delle competizioni, anche

Fine settimana emozionante, a dir poco.
Sabato sera ho finalmente visto "L'ultimo samurai". Al di là degli aspetti artistici, culturali e morali, in questa sede vorrei porre l'accento sulle caratteristiche dei due protagonisti, considerando la guerra come forma di competizione estrema. Sia Cruise che il samurai operavano con rispetto del nemico e, come prima cosa, cercavano di conoscerlo, per poter prendere poi le decisioni migliori una volta in battaglia.
Domenica mattina il Valentino Rossi ha studiato il suo avversario per tutta la gara al fine di capire come sconfiggerlo. Un guerriero sopraffino.
Lasciato l'agone televisivo mi sono lanciato in una garetta locale di 12 km. I primi sono scorsi via senza grossi entusiasmi, mi sentivo scarico per via della gara motociclistica cui avevo appena "partecipato". A metà gara il fattaccio, supero in staccata su un tratto erboso un concorrente in maglietta gialla. Nel successivo tratto in asfalto è lui a superarmi con apparente facilità. Gli restituisco il favore nello sterrato subito dupo.
L'interruttore competitivo scatta ed eccomi in gara. Comincio a sfruttare i tratti sterrati per guadagnare terreno, sapendo che l'ultimo chilometro è su asfalto e quindi necessito di porre un po' di spazio tra me e l'avversario. La competizione si risolverà a mio favore ma il punto più interessante è che per quei 5/6 km non è esistito niente al di fuori di quello che stava succedendo.
Bill Mckibben nel suo libro "Long distance" fa una acuta osservazione sugli aspetti competitivi delle gare. Pure lui, lottando nelle retrovie, si rende conto che la competizione con un avversario diretto non è tanto fine alla sconfitta dello stesso quanto al vivere una condizione di completa presenza fisica e mentale che poi, a guardar bene, è una di quelle condizioni ricercate nelle diverse pratiche di meditazione.
Una ricerca della perfezione, credo direbbero i samurai
Nel pomeriggio ho poi assistito a una gara di taglialegna dove ho potuto verificare, ancora una volta, come la tecnica di esecuzione, possa essere un elemento fondamentale nello sfruttamento delle proprie possibilità fisiche e mentali.
Ho visto seghe macinare legno con efficacia ed apparente facilità,
e sforzi sovrumani produrre per lo più rumore ed un po' di segatura.
Sia quel che sia, io, sulla tecnica di corsa, ci lavoro. Specialmente per mantenerla corretta anche quando sono stanco.

18.10.04

torna all'elenco storie


luciano @ rualan.com