Steve Prefontaine

Un mezzofondista un po' fuori dagli schemi.
Probabilmente ne avrete sentito parlare: interpretava le gare
come "opere d'arte" e non riteneva corretto vincere dopo una gara
tattica.
Bisognava aver dato il massimo.
Spesso partiva in testa e li' rimaneva fino alla fine.

A monaco, nel '72, giunse quarto nei cinquemila e si stava preparando
per Montreal quando mori' in un incidente stradale a 24 anni.
Negli Stati Uniti e' ancora un mito.

La sua frase che mi ha colpito di piu': "un sacco di persone gareggiano
per vedere chi e' il piu'  veloce. Io corro per vedere chi ha piu'
fegato, chi riesce a punirsi con un ritmo spossante e poi, alla fine,
punirsi ulteriormente. Nessuno puo' vincere un 5000 dopo aver corso 2
miglia facili. Non se ci sono io. Se perdo forzando il ritmo
dall'inizio alla fine, almeno posso vivere con me stesso"


Ho appena visto il film che gli e' stato dedicato: "Without limits".
Non c'e' in video in Italia ma l'hanno dato alla TV martedi' e sono
riuscito a farmelo registrare.

Io di vocazione sarei per il tatticismo ed il massimo risultato con il
minimo sforzo, e per ridurre al minimo i rischi.
Chiaramente parlo di gare importanti in cui si punta alla vittoria.
Dalle mie parti, nelle retrovie, vige la regola di dare comunque il
massimo nelle gare che contano (anche perche' e' difficile che possa
trovarmi nel gruppo di testa a studiare gli avversari e centellinare le
energie per la volata).

In ogni caso non si puo' non rimanere affascinati dalla "legge morale"
che albergava dentro quel ragazzo.

La storia e' interessante e ritengo che, condivisa o meno l'opinione di
Pre, cosi era chiamato, il film meriti di essere visto, se ne avete
occasione.
Spesso si traggono grandi lezioni proprio da persone diverse da noi.
Cosi' fu anche per il suo allenatore, tale Bill Bowerman, di cui
avrete sentito parlare come uno dei fondatori della Nike.

10.08.01


luciano @ rualan.com