Trevisomarathon

Ieri si è corsa la terza edizione della Trevisomarathon, che è asfaltata, piatta, rettilinea e organizzata da una società con cui ho collaborato per anni.

Alla luce di tutto ciò non l'ho corsa, ma ho dato una mano all'organizzazione, in specifico all'ufficio stampa.

Ciò mi ha concesso il privilegio, fra l'altro, di seguire tutta la gara da un pulmino e di vedere quindi le molte maratone che si svolgono.

La gara degli agonisti, con il gruppo che pian piano si screma, prima i più lenti, poi le lepri nei punti stabiliti, e via via gli altri fino a che ne rimane uno solo.

La gara degli amatori, che ho vissuto più che altro vedendo gli arrivi di molti oltre le tre ore, ognuno con la sua storia personale e la sua personale vittoria.

La gara del pubblico lungo le strade. Caloroso, nonostante neve e temperatura, e curioso.

La gara dei volontari, pronti ad assolvere il loro compito, per quanto oscuro, con genuino entusiasmo.

La gara degli amici della
DRS, incontrati con piacere la sera prima a cena.

La gara dei giornalisti, preparati in storia e statistica dell'atletica, decisi a raccontare le tante maratone a quelli che non c'erano.

La gara di Ivano Barbolini, organizzatore della maratona di Carpi, con cui ho avuto la fortuna di parlare, il quale, ovviamente, vedeva, clima, percorso, pubblico, partecipanti e quant'altro con l'occhio dell'organizzatore, con tutto ciò che questo comporta.

Eh sì, sono stato fortunato. Altri con lavori più pesanti e importanti forse non hanno potuto vedere tutto quello che ho visto io.

Ovviamente niente gare "attive" per me in questo fine settimana. Una sgroppata preventiva lungo l'argine del Monticano al sabato mattina, e una ventina di allunghi alla domenica pomeriggio, immaginando di giocarsi la vittoria con i primi.
Specie col vento a favore mi sembrava pure di andare forte.

E quella maratona di maggio, che guardavo grigiamente svogliato da lontano, sembra già più attraente e colorata.