15ma per le colline di Colle Umberto, senza chiedersi il perché.

E si torna a correre a casa, tra partenti anticipati e percorsi democratici (sentieri, asfalto, sterrato, ognuno trova in ogni gara un po' del suo ambiente preferito).

Non sono ermi colli, ma senz'altro mi sono cari.

A contribuire al piacere generale una giornata di quei Settembri da cartolina, caldi e asciutti.

E' andata in onda la consueta sfida con me stesso, che, frequentemente, mi vede sconfitto, ma oggi, con un guizzo d'orgoglio, ho prevalso di un'inezia, quando stavo per mollare, in vista della cima dell'ultima salita.

E' anche per questo che si corre.

E molti altri motivi sono stati indagati sabato sera, a
Pordenonelegge, dove Roberto Weber, autore del libro "Perché corriamo", era sul palco assieme a Luca Speciani, che in questo luogo non necessita di presentazioni, e Sergio Bolzonello, Sindaco di Pordenone, da un paio d'anni acquisto del popolo delle lunghe.

Ci sarebbe da sedersi quì e cominciare a disquisire, di evoluzione, di spiritualità e fisicità. Toccherebbe andare indietro a filosofi che si sono chiesti, a scienziati chini sulle carte per cercare una risposta, a semplici podisti che hano corso senza chiedersi e senza aspettarsi una risposta.

Ognuno ha il suo perché, più o meno razionalizzato.

Certo che che ci sono momenti della corsa in cui tutto si incastra in un istante perfetto, è proprio allora che capisci e, paradossalmente, o forse no, è in quell'attimo che non hai bisogno di alcuna spiegazione.