Film: "Ultramarathon Man: 50 Marathons, 50 States, 50 Days"


umman

Nel giugno del 2004 il negozio The North Face di San Francisco organizzò una serata con la presenza di Dean Karnazes.

Allora era conosciuto principalmente nell'ambiente dell'ultramaratona dove aveva fatto notare la sua presenza per uscite lunghe, anche più lunghe delle "normali" 100miglia.

Era gratis, bastava presentarsi, ti davano anche un buono sconto del 10%. Ci presentammo in una trentina, inclusi il titolare del negozio e qualche commesso.

Dean ci parlò della sua storia e ci mostro un breve documentario. Seguì un piccolo rinfresco a base di stuzzichini giapponesi.
Io stavo inseguendo su Amazon.com il suo libro (affascinato dal titolo "confessions of an all night runner", poi più prosaicamente modificato in "Ultramarathon man") che era dato per pronto ad uscire.

Approfittai di uno dei molti momenti di calma e gli chiesi quanto mancava. Mi disse che l'aveva appena iniziato e quindi non prevedeva che sarebbe uscito a breve. Mi misi il cuore in pace, e mi sembra che arrivò nelle librerie nella primavera successiva. Da lì alle liste dei Best seller, e nel giro di un paio d'anni ecco che Karnazes diventa un personaggio super conosciuto. Nel 2006 corre 50 maratone in 50 Stati in 50 giorni e diventa veramente di domino pubblico.

Dell'evento viene fatto un film, che il 31 luglio è uscito in vari cinema sparsi per gli Stati Uniti.

Vista la vicinanza sono andato alla proiezione di San Francisco, che essendo anche la città in cui Karnazes vive, più o meno, lo ha visto presente per un breve discorso prima del film.

Rispetto al 2004 qualcosa è cambiato, ci siamo trovati in un cinema gremito, nonostante fosse a pagamento, e i biglietti erano esauriti già da una settimana.

Il pubblico quindi è cambiato, mentre Karnazes è rimasto la persona che era nel 2004, uno che ha messo nel carnet fino a 500km in una sola seduta, ma che se vai lì e gli dici che oggi hai corso due chilometri ti guarda con ammirazione genuina, e si congratula con l'espressione meravigliata di chi pensi che un chilometro sia già una distanza considerevole.

Attualmente il suo scopo è di cercare di ispirare, soprattutto i giovani, all'attività fisica. E direi che ci sta riuscendo, il pubblico era eterogeneo e formato anche da gente che si era alzata da poco dal divano, semplicemente perché appassionati da questo personaggio, e non più solo da quattro gatti segnati dalle rughe polverose di tanti chilometri corsi in solitudine.

Il film in sé mi preoccupava un po'.

La maratona, si sa, non è lo sport più televisivo, e quindi non sapevo come avrebbero gestito la documentazione dell'evento.

In realtà tanto di cappello anche agli autori. Il filo conduttore è l'impresa di Dean, ma il regista ci ha presentato angoli inconsueti d'America, il team che ha lavorato per rendere l'impresa possibile, e le centinaia di storie di persone normali che hanno voluto correre anche solo qualche metro in compagnia di Karnazes. Forse per poter dire 'io c'ero', forse per partire verso una destinazione diversa nella propria vita.

Il tutto montato con brio, in stile road trip, alternando paesaggi, corse, dettagli, ritmi e dietro le quinte.

Ci sono stati molti momenti emozionanti, più volte mi sono trovato con l'occhio umido.

In particolare quando ha spinto sul Golden Gate Bridge la carrozzina di un suo amico, compagno di tante corse, colpito da una malattia degenertiva. Prima della proiezione ci aveva detto dell'episodio, e che sperava che il suo amico potesse vedere il film. Purtroppo è mancato proprio pochi giorni fa.

I momenti commoventi si alternano a quelli divertenti e ai siparietti improvvisati.

All'uscita, non importa l'ora, viene voglia di partire per una corsa.