Redwood Park 30k - Oakland

Un agosto senza lunghi, lunghi, mi aveva messo un po' di preoccupazione per l'ecomaratona dei Cimbri, prevista tra due settimane.

Del resto con la politica del "non si corre su un dolore localizzato", se qualcosa fa male, il chilometraggio a breve termine ne risente. Non così quello a lungo, ma è un altro discorso.

Con la creatività che contraddistingue il podista non professionista, ho piazzato un collinare di 2h45' il giorno prima di questa 30 chilometri, e poi mi sono seduto in una poltroncina di prima fila per assistere allo spettacolo delle mie reazioni.

Tutto quello che serviva è venuto fuori, nessun risentimento prima, durante e dopo la gara, stanchezza ragionevole superata, con piacevole sopresa, grazie ad una mente motivata e non remissiva. Lieve errore di valutazione sull'acqua, terminata una decina di minuti prima del dovuto.

Per il resto, giornatona, il percorso si snoda tra sequoie, altissime e ombreggianti, e sterrati polverosi e simil desertici. Il tutto scorrevole e senza tratti tecnici con difficoltà particolari.

La stanchezza mi ha penalizzato soprattutto sulle salite ripide, ma le discese sono state una poesia.

Vista la natura del terreno, collinare e con pochi tratti rettilinei, gli avversari non erano visibili che all'ultimo. Ben prima però si cominciava percepire un odore di terra, poi si iniziava a vedere la polvere che si stava adagiando, e così via in un crescendo di stimoli sensoriali fino a che arrivava la visione fisica di chi mi precedeva e quindi il sorpasso. E via di nuovo ad annusare l'aria. Una battaglia dei sensi.

In salita/pianura invece tutta una famiglia, con tempi di sorpasso che consentivano uno scambio dei dati anagrafici essenziali e qualche battuta sul curriculum gare, sulla bellezza dei dintorni, o sulla temperatura insolitamente alta per la zona.