Alameda, 25th Run for the parks

Ed eccoci ad Alameda, un'isola che si trova nella baia di San Francisco ed è separata dalla terra ferma da un canale di ridotte dimensioni. Altra caratteristica che la differenzia dai dintorni è la piattezza, niente colline, niente dossi, giusto qualche leggero falsopiano quasi impercettibile.

La gara è una 10km completamente su strada. Il percorso è sostanzialmente un gigantesco rettangolo di 4km per 2. La gara viene svolta sotto l'egida dell'USATF, la FIDAL statunitense, che invia dei volenterosi giudici i quali si distribuiscono lungo il percorso e, allo scoccare di ogni miglio, ce n'è uno che grida il tempo ad ogni partecipante.

L'utilità di tale servizio mi lascia un po' perplesso nel caso degli americani (vuoi non poter controllare sul cronometro?) e molto perplesso nel caso degli europei metrici decimali .

Sapere che hai corso in 7'14" il primo miglio, a meno di tabelle precostruite e memorizzate, poco ti aiuta nella transizione a minuti al km, se non darti una approssimazione che può gettarti facilmente dal giubilo alla disperazione.

Comunque s'è corso come non s'era mai corso recentemente, in tutti i sensi. Per di più su asfalto ed in rettilineo. I polpacci hanno protestato con veemenza dopo l'arrivo, ma ormai era fatta.

Soddisfazione, ma adesso torno ai sentieri, ché una maratona in montagna mi lascia meno doloretti in giro.

Solite riflessioni sulla misurazione in miglia. Psicologicamente è più facile, 3 miglia arrivano presto, e sei già a metà.

Noto, inoltre, che in queste gare ci sono i premi a sorteggio. Niente calzini o portachiavi da scarpa quì, hanno dato almeno tre paia di mizuno, un paio di cesti tipo i nostri natalizi, e un buono per un viaggio del valore di 500$. Si è atteso volentieri fino alla fine delle premiazioni.