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Aug 2006
Pipe Dreams: a surfer's journey di Kelly Slater
Per chi non lo conoscesse, Kelly Slater ha vinto 7 campionati del mondo di Surf, di cui 5 consecutivi e 1 al rientro dopo il ritiro dalle competizioni. Ha vinto il primo a 20 anni.

La differenza rispetto agli altri, a volte con più talento, o semplicemente più bravi, è la dedizione, la capacità di gestire la gara, e l'agonismo (guai a perdere, e la colpa, nell'eventualità, era sempre sua, mai di terzi incomodi).

Nel surf i punteggi vengono attribuiti dai giudici e si procede per eliminatorie dirette. Tra i suoi punti di forza va senz'altro citata la lettura nei minimi dettagli (stato delle onde, avversari, valutazioni dei giudici, regolamento) del quadro agonistico in cui operava.

Quello che mi ha in qualche modo sorpreso di più è stato leggere che nel 1996 (dopo aver vinto 3 titoli mondiali, ed in corsa per il quarto), per una serie di coincidenze "ho iniziato a rendermi conto che non potevo vivere di Doritos e Oreo e aspettarmi di essere in salute.(...) Mi resi conto che avrei potuto prevenire molte malattie se solo mi fossi nutrito correttamente. Così ho cambiato la mia dieta e notato immediatamente miglioramenti nella pelle e nel livello di energia"

Un infanzia e 3 titoli mondiali a patatine e biscotti. Sì, sì, poi è migliorato, ma intanto.
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Big Basin, Boulder Creek
Decisamente la gara con il maggior numero di alberi sul percorso alla quale abbia mai partecipato. Fortunatamente il passarci sopra, o più di frequente sotto, non comportava grossi problemi.

E' anche la gara di un altro record, quella in cui tendo ad inciampare di più. Anche quest'anno un tentativo di distorsione e due o tre "sbilanciamenti". E sempre pochi secondi dopo aver deciso di rilassarmi e godermi il percorso, peraltro splendido, su sentiero singolo imbottito di aghi di pino.

Per la prima volta la macchina organizzativa si è inceppata. Esattamente a metà del lungo giro di 21km, dov'era previsto l'unico ristoro, abbiamo trovato un volontario che, desolato, ci ha spiegato che l'auto con i rifornimenti era rimasta bloccata a causa di un cancello chiuso. Il ristoro c'era, ma avremmo dovuto fare ulteriori 3 km per trovarlo, e poi tornare indietro. Inutile dire quale sia stata le scelta.

L'episodio poco piacevole ha però confermato lo spirito di solidarietà presente in questo tipo di gare. Ho perso il conto di quanti mi hanno in seguito offerto acqua dalle loro borracce e chiesto se andava tutto bene.
Memore della mia ingloriosa
"giornata austriaca della disidratazione" di qualche anno fa mi sono in ogni caso gestito con cautela.

Non appena venuti a conoscenza della cosa gli organizzatori hanno comunque attrezzato volontari, zavorrati d'acqua e altri generi di conforto, i quali ci sono venuti incontro sulla via del ritorno.

Per il resto la solita piacevole giornata nel bosco.

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Alameda, 25th Run for the parks
Ed eccoci ad Alameda, un'isola che si trova nella baia di San Francisco ed è separata dalla terra ferma da un canale di ridotte dimensioni. Altra caratteristica che la differenzia dai dintorni è la piattezza, niente colline, niente dossi, giusto qualche leggero falsopiano quasi impercettibile.

La gara è una 10km completamente su strada. Il percorso è sostanzialmente un gigantesco rettangolo di 4km per 2. La gara viene svolta sotto l'egida dell'USATF, la FIDAL statunitense, che invia dei volenterosi giudici i quali si distribuiscono lungo il percorso e, allo scoccare di ogni miglio, ce n'è uno che grida il tempo ad ogni partecipante.

L'utilità di tale servizio mi lascia un po' perplesso nel caso degli americani (vuoi non poter controllare sul cronometro?) e molto perplesso nel caso degli europei metrici decimali .

Sapere che hai corso in 7'14" il primo miglio, a meno di tabelle precostruite e memorizzate, poco ti aiuta nella transizione a minuti al km, se non darti una approssimazione che può gettarti facilmente dal giubilo alla disperazione.

Comunque s'è corso come non s'era mai corso recentemente, in tutti i sensi. Per di più su asfalto ed in rettilineo. I polpacci hanno protestato con veemenza dopo l'arrivo, ma ormai era fatta.

Soddisfazione, ma adesso torno ai sentieri, ché una maratona in montagna mi lascia meno doloretti in giro.

Solite riflessioni sulla misurazione in miglia. Psicologicamente è più facile, 3 miglia arrivano presto, e sei già a metà.

Noto, inoltre, che in queste gare ci sono i premi a sorteggio. Niente calzini o portachiavi da scarpa quì, hanno dato almeno tre paia di mizuno, un paio di cesti tipo i nostri natalizi, e un buono per un viaggio del valore di 500$. Si è atteso volentieri fino alla fine delle premiazioni.



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